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Progetto SYNTHESIS

L'ECOLOGISMO E' IL GOVERNO DEL  CAMBIAMENTO

 

Verdi /. Europa V  Una proposta possibile

 Il risultato delle elezioni europee ha permesso ai Verdi italiani, pur non superando lo sbarramento, di rientrare nel sistema politico del nostro paese. Il traino al risultato del 2.3% si è verificato grazie alla spinta dei verdi europei che nei loro paesi hanno ottenuto risultati elettorali a 2 cifre. Ma anche dalle mobilitazioni studentesche contro i cambiamenti climatici. Ora gli ecologisti italiani sono testati tra una forbice dell'1,5 al 2 %. le ultime elezioni regionale hanno portato alcuni eletti in più ma fondamentalmente le percentuali sono rimaste in quella forbice.

L'ultima assemblea nazionale a Chianciano ha lanciato il progetto di Europa Verde che, per ora, non ha raggiunto i risultati auspicati che appare sempre più come un mero cambiamento di nome dai Verdi a Europa Verde. Troppe chiusure, troppe scelte verticistiche a scapito di una vera partecipazione dal basso che garantisca la nascita di un nuovo soggetto più forte, più ampio, più autorevole. Dobbiamo avere grande attenzione anche al travaglio che sta attraversando il Movimento 5 stelle, rivendicando il nostro DNA di ecologisti storici.

L'unità degli ecologisti italiani continua ad essere un obiettivo da raggiungere, necessario e urgente per affrontare le grandi sfide di questo secolo, a partire dai cambiamenti climatici. E’ vero, le responsabilità non sono solo nostre ma bisogna guardare avanti e con coraggio rilanciare un progetto che individui - anche nel cambio del nostro gruppo dirigente - la spinta necessaria per andare avanti. Un nuovo gruppo dirigente che unisca veramente le forze sparse degli ecologisti italiani, ovunque essi siano e sotto qualsiasi associazione operino in questi difficili momenti. Persone, possibilmente giovani, che sostengano con il massimo entusiasmo possibile le loro proposte e insieme ai Verdi con competenze consolidate - perchè formatesi nel tempo e dalla militanza – in una prospettiva di forte e reale partecipazione e costruzione di un nuovo gruppo dirigente.

Di fatto una vera “solidarietà intergenerazionale”, di cui oggi, in tempo di “pandemie” e sfilacciamenti in ogni settore e ad ogni livello, abbiamo più che mai bisogno.

Occorre più autonomia dei territori e più federalismo. Il successo delle “entrate” relative alla scelta dei cittadini raggiunto con il 2 per mille, deve garantire un flusso virtuoso di risorse dal centro alla periferia per far ripartire l'idea di un nuovo soggetto politico incarnato da Europa Verde. Dobbiamo evitare come è successo in questi anni che il federalismo diventi centralismo che non tiene conto delle scelte che i territori autonomamente possono esprimere e percorrere. E' una scelta che se condivisa farà crescere sia la nostra presenza territoriale che l'autorevolezza del nostro gruppo dirigente

 

DOBBIAMO CAMBIARE IL CLIMA E DOBBIAMO CAMBIARE L'EUROPA

L’unione europea ha attraversato diverse crisi non ancora completamente superate. Una crisi economica e sociale, con una società non più in grado di garantire il miglioramento delle condizioni di vita della maggior parte dei cittadini né la pari dignità di ciascuno; una crisi etica, che si manifesta nelle posizioni dissonanti in tema di ospitalità per chi giunge stremato nell’area comunitaria e che presenta le falle di sempre nel rapporto con chi vive in aree povere o pericolose del mondo. Ma la crisi sanitaria e economica causata dalla pandemia può provocare una accelerazione della costruzione degli stati uniti d'Europa e allontanare la crisi degli ultimi anni. La stessa BCE ha imboccato la strada di politiche monetarie orientate a un modello espansivo. L'unione europea ha istituito tre fondi che garantiscono risorse importanti per i singoli stati sia come prestiti  con tassi di interessi quasi zero sia a fondo perduto per affrontare la crisi. Si tratta di vere iniziative che vanno nella mutualizzazione del debito che i verdi devono sostenere e sapere utilizzare nei singoli stati Deve essere avviata una vera e propria revisione e ristrutturazione dei debiti a carico del bilancio dell’Unione (specie di quelli a valenza sociale ed ecologica) prevedendo anche la possibilità della loro cancellazione a fronte della impossibilità della loro restituzione.

Bisognerà prevedere la revisione dei contratti con Nazioni esterne all’Unione Europea che prevedano la vendita o l’utilizzo di materiali bellici di qualunque tipo prodotti all’interno della nazione italiana e dell’intera Unione Europea.

 

I VERDI DI FRONTE ALLA SITUAZIONE DI PANDEMIA E LA REVISIONE DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE

 

L’emergenza COVID-19, ha posto l’organizzazione del Sistema Sanitario Nazionale e Regionale in condizione di grave difficoltà. L’analisi della situazione emergenziale ha messo in evidenze le enormi fragilità e contraddizioni del sistema sanitario sia nella sua organizzazione territoriale che ospedaliera. La Politica deve, quindi, impegnare le proprie energie a ristrutturare il sistema, rilanciando in primo luogo, il Sistema Sanitario Nazionale rispondente a criteri e valori che non possono oggi essere più lasciati da parte ma che devono essere difesi. E’ però necessario ripartire da assunti completamente diversi. Infatti, oggi più che mai nessun sistema economico può sopravvivere senza una sanità forte. Se in futuro, come ci viene ricordato da più parti, a causa del riscaldamento globale (e il conseguente inquinamento globale) saremo sempre più esposti a pandemie virali, non vi sarà alcun sistema produttivo praticabile o efficiente se non accompagnato da un sistema sanitario pubblico forte, in grado di affrontare le emergenze e curare le persone. E’ così, quindi, che la SALUTE deve essere riconosciuta come un bene destinato a tutti, e il cui valore va globalmente difeso.

Non si può più prescindere dal dare piena applicazione a quanto già indicato nella Costituzione stessa all’art 32. La sanità deve essere organizzata per rispondere ai bisogni del singolo, in modo organico ed efficiente. In tal senso deve essere dato ancora maggior rilievo ai principi di prevenzione primaria che devono essere fortemente rafforzati nell’ambito della promozione di un ambiente più salubre, fino alla visione delle città più a misura d’uomo, riducendo la concentrazione delle persone. Le reti sanitarie, ospedaliere e territoriali, devono sviluppare maggiore coordinamento ed interrelazione, e maggior finanziamenti vanno garantiti alla ricerca in ambito sanitario. Non deve essere dimenticato il ruolo fondamentale della Medicina Territoriale che deve essere oggi sviluppata e migliorata, con l’inserimento di nuovi e più efficaci modelli organizzativi assistenziali che prevedano anche altre figure professionali importanti quali l’Infermiere di Comunità. Infine, e non ultimo, deve essere modificato radicalmente l’approccio al Sistema Sanitario Pubblico, che deve essere valorizzato e reso solido regolamentando anche in modo stretto, l’integrazione tra pubblico e privato, privilegiando assolutamente il Pubblico per il quale devono essere ripensati i modelli di finanziamento che, negli ultimi 10 anni, sono stati fortemente svilenti, concorrendo da depotenziare, smantellare e svilire gli ospedali pubblici a tutto vantaggio dei soggetti di natura privata. Infine, è necessario porre in essere una riforma del Titolo V della Costituzione, rimettendo l’organizzazione del sistema sanitario a livello centrale, evitando così la realizzazione di tanti sistemi sanitari regionali diversi .

 

IL NOSTRO SOGGETTO POLITICO

A partire dai primi anni Novanta, la crisi dei partiti democratici di massa ha portato alla nascita di “partiti del leader”: partiti leggeri senza organizzazione territoriale e un’adeguata cultura politica di sostegno. Il fallimento di questo sistema costituisce oggi una delle principali cause della nascita e dell’affermazione del “populismo”, anche in Italia. Da qui il dominio crescente del capo nei confronti dell’organizzazione interna e la progressiva trasformazione dell’impegno politico (ciò che in passato veniva definita la “militanza”, espressione che allude a un vincolo interno) in adesione esterna, occasionale.

Il partito politico (pensando alla situazione dei Verdi italiani) può ancora avere un futuro, ma il suo orizzonte di riferimento non potrà più essere lo Stato-nazione, ma l’Europa. Si deve riprendere l’esperienza delle “vecchie” scuole di partito: base della formazione politica degli eletti e degli elettori, palestre di educazione democratica e i Verdi italiani devono organizzare una formazione da realizzare periodicamente con approfondimenti, una scuola politica con lo scopo di formare il gruppo dirigente. La vita di un “partito vivo” (e ancor di più di una forma partito che ha l’ambizione di trasformare un po’ tutto, come hanno i Verdi) necessita di una struttura forte, agile e democratica allo stesso tempo.

 

I VERDI PER UNA SOCIETA’ PIU’ EQUA E SOLIDALE ATTRAVERSO LA REALIZZAZIONE DELLA PARITA’ DI GENERE

 

Un nuovo soggetto politico deve dar voce ai gruppi che non vengono ascoltati, operare nel senso di livellare la disparità di genere su più fronti  implementando misure e provvedimenti atti a rendere più inclusiva ed equa la società, in primo luogo garantendo pari dignità, diritti e doveri agli individui tutti, garantendo il rispetto del diritto all’autonomia sul proprio corpo, ponendo fine attraverso un provvedimento legislativo, all’esercizio dell’obiezione di coscienza alla pratica dell’interruzione di gravidanza, così fortemente rappresentato nel nostro paese.

Deve essere sanata la disparità retributiva di genere, oltre che di razza, provenienza, credo religioso o legata alla residenza in una delle regioni dei 27 Stati dell’UE.

Alcune semplici decisioni legislative sono espressione di civiltà, quali l’eliminazione dell’IVA su beni come assorbenti igienici o i contraccettivi, mentre altre decisioni debbono essere opportunamente sostenute, quali la possibilità di adottare ai single, a prescindere dalla propria identità sessuale o di genere.

 

LE POLITICHE INDUSTRIALI URGENTI

Il futuro della mobilità, pubblica e privata, non può che essere indirizzato verso un cambiamento che porti a una produzione sempre più sostenibile e che deve tendere sempre più all’elettrico e sempre più su rotaia ove sia possibile, se vogliamo davvero ridurre drasticamente l’utilizzo dei combustibili fossili. Ciò deve avvenire in tempi e modi che tengano in considerazione gli aspetti sociali e del mondo del lavoro che sicuramente sono altrettanto prioritari. Allo stesso tempo devono essere considerati tutti gli aspetti produttivi e di smaltimento al fine che l’intero processo diventi sostenibile. Purtroppo, 60 anni di politiche pubbliche volte ad incentivare la mobilità su asfalto ci portano a chiedere maggiori incentivi per l’acquisto di mezzi elettrici e forti investimenti sulla rete ferroviaria, nonché per la ricerca tecnologica volta ad una transizione ecologica della logistica.

L’Italia è rimasta indietro rispetto alle altre scelte dei paesi europei…

… questo gap è dovuto a diversi fattori: sicuramente il costo della tecnologia rimane molto elevato ma si evidenzia anche una carenza strutturale (ad es. per la rete elettrica di ricarica sulle strade extra-urbane e su tutto il sistema delle autostrade italiane). Ciò evidenzia una mancanza dello Stato, nonostante qualche bonus per la mobilità, nello stanziare investimenti seri e strutturali per cambiare radicalmente la logistica e la mobilità in Italia. Sicuramente le mancanze italiane sono state avvallate o supportate da chi investe ancora decine di miliardi di euro sulle energie non rinnovabili.

Grande importanza deve avere l’agricoltura sostenibile e sociale. Il sistema produttivo agricolo deve essere eco-sostenibile e socialmente più giusto. L’agricoltura sostenibile fa della complessità e della biodiversità il suo punto di forza. È quindi centrale il tema dell’uso dei pesticidi, dei fertilizzanti e del consumo di suolo. Ma sono anche altre le caratteristiche fondamentali: minimizzare emissioni e spostamenti con la produzione a km0, che al tempo stesso garantisce una maggiore qualità del prodotto e più elevata sicurezza alimentare. L’agricoltura sostenibile deve anche essere sociale. L’agricoltura sociale è una prassi di sviluppo locale sostenibile da un punto di vista sociale, economico ed ecologico. Costituendo un aspetto dell’agricoltura multifunzionale, può offrire un’ampia gamma di servizi, finalizzata a perseguire il benessere dell’intera cittadinanza in un quadro multiplo di politiche di welfare.

LAVORO (+MASSIMILIANO) ED EDUCAZIONE

punto 1 parte sesta aggiungere parte lavoro (1 Stabilire un reddito minimo e un salario minimo concordato a livello europeo)

INTRODUZIONE AL TEMA PER ARRIVARE ALLA CONCLUSIONE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE ritorno ad una medicina locale più vicina ai bisogni di tutti i cittadini, questo non è possibile senza l’assunzione di nuovo personale sanitario e senza i fondi per le scuole di specializzazione.  

Ciò deve andare di pari passo con la difesa e l’aumento dei diritti di tutti e tutte. Deve essere considerato prioritario garantire l’elargizione della cassa integrazione legata all’emergenza Covid ma c’è la necessità urgente di una nuova regolazione che possa tutelare i nuovi lavoratori della c.d. “Sharing Economy”.  I tempi morti dunque non vengono pagati. Si tratta, quindi, di un cottimo mascherato che non migliora in alcun modo le condizioni dei riders.

Manca un contratto collettivo che preveda diritti, doveri e salari adeguati per questi lavoratori che, ad oggi, sono pagati in realtà a cottimo.

Chiediamo, inoltre, uno sblocco degli aumenti salariali, una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario ed un salario minimo nazionale (per i lavoratori che, per ragioni diverse, non hanno rappresentazioni sindacali per la contrattazione decentrata) perché come è stato ampiamente dimostrato da diversi studi i nostri stipendi sono tra i più bassi d’Europa se paragonati al costo della vita Bisogna Bisogna appoggiare nella contrattazione decentrata le forme di welfare aziendale per garantire più servizi ai lavoratori e le loro famiglie. serve dunque una particolare attenzione ed implementazione, sostegno dei diritti e delle forme di welfare aziendale per far riprendere quanto prima i consumi, nonchè dello smartworking/coworking, per facilitare le famiglie in questi periodi di incertezza.  Sarà dunque necessario incoraggiare a livello nazionale e locale il lavoro a distanza per ridurre i contatti interpersonali e sufficienti forme di sussidi e di ristori per tutte le categorie che non possono lavorare da casa. (smart modalità di lavoro in modo più sviluppato, più presente. Ciò deve avvenire anche attraverso forme di tutela garanzie ed incentivi fiscali affinchè ciò possa svilupparsi) E’ necessario favorire lo smart working (che oltre a favorire l’abbassamento degli inquinanti in atmosfera) che se bene organizzato, aumenta la produttività del sistema e può aumentare i livelli salariali dei dipendenti.

"Sviluppare un sistema scolastico e lavorativo che permetta, tramite stage e laboratori e allungando i tempi di apprendimento o rendendo il sistema scolastico più vicino ad un modello che sia sano per la mente e nel contempo di qualità, di far scoprire a più persone le proprie attitudini e abilità maggiori per andare a formare ambienti lavorativi ottimali e positivi per tutto il personale in ogni settore dal più superficiale al più profondo, e favorire la creatività negli studenti non basato sul giudizio ma sul confronto e sulla collaborazione invece che la competizione.

Il sistema scolastico deve essere organizzato in modo da garantire due-tre obiettivi…..

DEMOCRAZIA E DIRITTI SINDACALI

Ci opponiamo con forza ai giochi di potere che i sindacati confederati fanno sulla pelle dei lavoratori. CGIL, CISL e UIL essendo i firmatari dei contratti con Confindustria ed allo stesso tempo temendo i sindacati di base hanno sottoscritto un accordo accessorio con l’organizzazione che rappresenta gli industriali italiani che garantisce ai sindacati confederali di avere il 33 per cento dei delegati nelle elezioni RSU. Ogni sigla sindacale che si presenta alle elezioni per l’elezioni dei rappresentanti sindacali deve avere pari peso nel computo dei voti (chi c’è elegge i suoi delegati). Questo accordo non prende minimamente in considerazione i sindacati di base, sempre più frequenti nelle fabbriche e in tutti i luoghi di lavoro. Chiediamo quindi la regola “una testa un voto”, per ottenere una maggiore democraticità all’interno dei luoghi di lavoro.

UN GRANDE MOVIMENTO GIOVANILE

In tutto il mondo si è sviluppato un grande movimento giovanile, FFF, finalizzato all’opposizione ai cambiamenti climatici. I Verdi devono garantire a questo movimento di svilupparsi in piena autonomia senza esercitare egemonie (sempre respinte dal movimento stesso) ma valorizzare la capacità di saper influenzare le scelte delle politiche sul clima a livello internazionale. I Verdi devono essere portatori di proposte in questa fase di riflusso del movimento, di iniziative locali individuando nelle città gli obiettivi per condurre in avanti le mobilitazione sul clima.

IL MONDO ANIMALE ………

 

La nostra società è pronta per vivere un progresso culturale che estenda anche ai soggetti non umani il concetto morale di “nostro prossimo” e quello giuridico di “persone non umane”, riconoscendo e garantendo così anche a loro il diritto alla vita, associato a quello di poter vivere in condizioni compatibili con le loro esigenze etologiche.

I Verdi propongono:

per gli animali da affezione: sanità veterinaria di base con contributo pubblico per le fasce meno abbienti, riduzione dell’aliquota IVA sugli alimenti per gli animali e l’esenzione IVA per le cure veterinarie, in modo anche da ridurre l’evasione fiscale, la lotta contro la malasanità veterinaria;

Per gli animali negli allevamenti: promozione di un’alimentazione sempre più prossima al vegetarismo, migliorando il sistema dei controlli sul benessere animale. In analogia, anche per gli animali importati nel nostro paese.

Per gli animali selvatici:  un completo ribaltamento dell'attuale  impostazione nel controllo numerico delle specie dichiarate invasive a  causa della mala gestione umana (come l'immissione degli ungulati per  favorire i cacciatori-selezionatori, o delle nutrie provocato dagli  allevamenti di pellicce), passando dalla caccia - metodo di fatto utilizzato in via principale - dimostratasi del tutto inutile nel lungo periodo a soluzioni alternative non violente che portino un equilibrio  più duraturo.

Altro punto, l'abolizione della caccia come  sport/divertimento, sia per la strage di animali che essa comporta, sia  per l'inquinamento da piombo che produce.


Trasformazione anche delle manifestazioni con protagonisti gli animali,  aggiornandole in maniera tale che non comportino sfruttamento,  escludendone completamente l'uso laddove questo comporti loro stress e sofferenza.


Numerosi altri sono i campi in cui gli animali devono sottostare il  predominio umano (sperimentazione animale, circhi e spettacoli con  animali, "sport" equestri, fiere eccetera eccetera). In tutti questi  campi gli animali devono essere considerati persone non umane e i loro
diritti fondamentali prevalere sulle esigenze economiche, ludiche o  comunque considerabili secondarie del genere umano.

 

Stabilire una giornata vegetariana europea mensile e un piano d'azione per migliorare il benessere degli animali e ridurre il consumo di carne.

 

RIFLESSIONI IN PUNTO DI MATERNITA’ SURROGATA

 

La maternità surrogata è una tecnica di procreazione medicalmente assistita (di seguito solo PMA) a  mezzo della quale una donna, terza rispetto alla coppia (etero o omosessuale) committente che si impegna ad assumere la responsabilità genitoriale del nato, si obbliga, gratuitamente o verso corrispettivo, a mettere a disposizione il proprio utero (oltre eventualmente al proprio ovulo) al fine portare avanti una gravidanza all’esito della quale consegna il nato alla coppia committente il cosiddetto “utero in affitto”.

Nell’ordinamento giuridico italiano questa pratica  è espressamente vietata dall’art. 12, comma 6 della l. 40/2004 che sanziona “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità”.

Il divieto di ricorrere alla PMA    ha comportato, come prevedibile, l’avvento del fenomeno del cd.  “turismo procreativo”; sempre più spesso, infatti, cittadini italiani – per soddisfare le loro esigenze di genitorialità - decidono di migrare in Paesi dove la maternità surrogata (in seguito solo MS)  è consentita e gli accordi di MS sono ritenuti perfettamente leciti. 

Questo fenomeno, sempre più in espansione, in assenza di una disciplina positiva, ha  dato origine a diversi interventi non univoci di Tribunali e Corti nazionali chiamati a stabilire la validità degli accordi di gestazione di maternità stipulati fuori dai confini nazionali e lo stato “filiationis” del nato da madre diversa da quella biologica.

In questo contesto appare evidente la totale inadeguatezza della Legge 40. Il legislatore, infatti, malgrado i  solleciti operati dalla giurisprudenza, continua a rimanere silente ponendo l’Italia in una posizione di notevole arretratezza giuridica rispetto agli altri Paesi ed ignorando totalmente il nuovo contesto sociale.

Occorre dunque una totale rivisitazione della materia che alla luce degli indirizzi europei attualizzi  la disciplina della fecondazione conformandola alle istanze avanzate a gran voce dalla società civile nel corso dell’ultimo decennio.

Per questi motivi riteniamo che  i due disegni di legge a firma Giorgia Meloni (FDL) e Mara Carfagna (F.I.) identici nei loro contenuti che propongono “la punibilità del reato di maternità surrogata anche se compiuta all’estero da un Italiano”, non  possano essere condivisi.

Siamo del parere che questo fenomeno, per non debordare verso una Società nella quale ogni cosa è in vendita (cfr. Michel Sandel), vada normato ed è del tutto evidente che agire sotto il profilo della sanzione non serva a niente, salvo pacificarsi in apparenza la coscienza chiudendo gli occhi verso una realtà ormai irreversibile.

 

I VERDI..IL CENTROSINISTRA........LA LEGGEELETTORALE

Alle recenti elezioni regionali e amministrative i Verdi hanno scelto di allearsi con il centro sinistra. Riteniamo che la collocazione naturale sia quella a fronte di sistemi elettorali sia per le regioni che per i comuni di tipo maggioritario che favoriscono la formazione di coalizioni ma che garantiscono l'autonomia delle singole forze che la compongono e che vi partecipano. Le scelte solitarie auspicate da qualcuno nel gruppo dirigente nazionale in questo momento rischiano di schiacciare i verdi su posizioni minoritarie e poco comprensibili dall'elettorato. Di fronte a modifiche del sistema elettorale per le elezioni politiche di tipo proporzionale con la possibilità di sbarramenti elettorali elevati, i verdi devono costruire le alleanze necessarie e programmatiche per superare tali sbarramenti ma anche per incidere nel dibattito parlamentare affinchè non vi siano sbarramenti che avrebbero l'unico significato di favorire le forze maggiori. In subordine poter raggiungere l'obiettivo di sbarramenti  più limitati (del 2 o 3%) queste alleanze sono da estendere  a tutti quelle forze che hanno a cuore il diritto alla rappresentanza di tutte le forze vive del paese. In questo caso gli ecologisti uniti dovranno cimentarsi con coraggio e convinzione con la sfida di una corsa solitaria per arrivare da soli a raggiungere  una adeguata rappresentanza parlamentare.

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